Secondo un’indagine realizzata dalla Melbourne University, chi naviga in ufficio su siti come Facebook o YouTube per motivi privati riesce a portare a compimento il 9 per cento di lavoro in più di chi non lo fa.
Gli impiegati che “perdono” un po’ del loro tempo su internet sono più produttivi di quelli che lavorano senza mai fare interruzioni. Sono più concentrati e più reattivi e capaci di eseguire al meglio quello che si chiede di far loro, in lungo arco temporale.
Lo studio sembra una risposta a quei molti dirigenti preoccupati che un numero sempre crescente di impiegati siano distolti dal lavoro da internet e per questo motivo hanno cominciato a prendere provvedimenti per impedire la navigazione soprattutto sui social network.
Secondo gli autori della ricerca, la navigazione d’intrattenimento è utile a mantenere la concentrazione e portare a compimento impegni anche per un lungo periodo, come quegli studenti che hanno bisogno di fare delle pause tra una lezione e l’altra per recuperare il livello di attenzione.
Non sono le interruzione in se a migliorare le performance, ma solo quelle intenzionali. Le interruzioni involontarie, al contrario, come email o telefonate indesiderate, influiscono negativamente sulla concentrazione e quindi sulle performance.
Secondo la ricerca, sette impiegati su dieci navigano su internet, prevalentemente alla ricerca d’informazioni su prodotti da acquistare o per leggere notizie o partecipare a qualche gioco online.
La conclusione cui giungono gli autori è che impedire la navigazione in ufficio è sbagliato, a condizione che il tempo trascorso sui siti di intrattenimento non superi un quinto dell’orario complessivo di lavoro.