Secondo le conclusioni della ricerca sul Programma di valutazione dei sistemi educativi (Pisa) effettuata dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, le bocciature a scuola sono dannose, non soltanto per gli studenti ma anche per le casse dello stato.
Secondo l’OCSE: “il ritardo di un anno a entrare nel mondo del lavoro, infatti, comporta un aggravio al sistema economico di una nazione”. In Italia si stima che ogni bocciatura costi in media circa 8.000 euro.
Piuttosto che far ripetere l’anno scolastico, gli istituti dovrebbero organizzare corsi di recupero personalizzati o altre misure di sostegno per aiutare gli studenti a colmare le loro lacune.
Sempre secondo l’OCSE: “Nei paesi in cui un maggior numero di studenti ripete gli anni scolastici, la performance globale tende ad essere inferiore e il background sociale ha un impatto maggiore sui risultati di apprendimento”. Infatti la bocciatura “emargina ancora di più quei bambini o ragazzi con problemi scolastici. I ragazzi che devono ripetere l’anno non vengono quasi mai seguiti individualmente, perdono fiducia in se stessi e si allontanano dallo studio”.
La situazione appare ancor meno comprensibile se si considera che In Italia, quest’anno gli studenti bocciati alle superiori per una insufficienza in condotta sono stati circa 11.000. In altre parole, l’istruzione invece di essere considerata un prezioso e costoso servizio è trattata alla stregua di una pena da scontare. Studente fai attenzione che se ti comporti male verrà prolungata la tua “detenzione” presso la struttura scolastica. Incomprensibile.