Secondo l’indagine realizzata dall’azienda di consulenza Lynn Taylor Consulting, ogni settimana i dipendenti passano in media quasi 20 ore a interrogarsi su quello che dice o pensa il capo. Durante i giorni lavorativi gli impiegati dedicano 13 ore a riflettere sui comportamenti del proprio capo. L’ossessione permane anche nei giorni festivi, durante i quali i dipendenti pensano al capo-ufficio per altre 6,2 ore.
Molto spesso la ragione di questo interrogarsi è riconducibile a quello che gli impiegati descrivono come un comportamento puerile del responsabile. Più che guardare al capo come a un tiranno, i dipendenti pensano a lui come a un adolescente irrequieto.
L’indagine mette in luce anche la relazione che lega la sfera emotiva alla produttività. Una buona gestione dell’emotività, spiega l’autrice, può consentire inaspettati incrementi di produttività e quindi favorire la crescita dell’azienda.
Gli strumenti che gli impiegati possono impiegare per difendersi da questi capi bizzosi, sono innanzitutto l’ascolto e la comunicazione. Ma tutto questo spesso non basta. Serve soprattutto la capacità di mantenere la calma quando cresce la pressione e in questo, il senso dello humor può essere di grande aiuto.
Insomma, per essere un buon impiegato bisogna saper ascoltare, sapere comunicare, essere paziente e ironico ovvero avere le caratteristiche di cui dovrebbe essere in possesso proprio un buon capo.