In un periodo caratterizzato dalla caduta dell’occupazione, a farne le spese sono stati soprattutto gli italiani con un’istruzione inferiore.
La probabilità di trovare un impiego, benché ridotta per tutti e in maniera particolare per i più giovani, resta più alta per le persone in possesso di un elevato titolo di studio (diploma e laurea). La quota è pari a oltre 3,5 volte la probabilità d’ingresso chi ha un basso livello d’istruzione (al massimo la licenza media inferiore).
Il titolo di studio inciderà meno per le professioni commerciali e ancora meno per gli operai specializzati.
Tra i laureati, i direttori del personale del settore privato guardano soprattutto ai laureati in economia, in ingegneria elettronica e dell’informazione, indirizzi sanitari e paramedici e nell’insegnamento e formazione.
Anche per i contratti a progetto la maggior parte dei posti saranno offerti a diplomati e laureati e solo una piccola parte a quelli che hanno fatto la scuola dell’obbligo o sono in possesso di un titolo di formazione professionale. I contratti di collaborazione riguarderanno soprattutto professioni tecniche e gli impiegati.
Il peso della laurea si sentirà soprattutto nelle aree tecniche e della progettazione. I direttori del personale valuteranno con interesse chi ha una laurea anche nell’area commerciale e della comunicazione.
I diplomati saranno presi in considerazione soprattutto per l’area amministrativa e per le posizioni di segreteria, staff e servizi di assistenza alla direzione.