Negli ultimi mesi lo stress sul lavoro ha toccato i massimi livelli. Secondo un’indagine realizzata dalla Gidp, l’associazione direttori di risorse umane che coinvolge 3.850 imprese medio e grandi, la tensione nelle relazioni tra dipendenti è cresciuta negli ultimi mesi in un’azienda su due e il clima aziendale è cambiato in peggio in due imprese su tre.
Colpa dei tagli al personale e della mancanza di prospettive che le imprese hanno sempre più difficoltà a promettere ai loro dipendenti. Secondo gli autori della ricerca nei luoghi di lavoro dove ci sono stati significativi tagli al personale la media dei dipendenti stressati sale al 40 per cento rispetto al 20 per cento di quelle aziende in cui non ci sono stati tagli al personale.
Le tensioni sembrano di ogni tipo e colpiscono un po’ tutti. Spiega Citterio, direttore del Gipd: negli ultimi mesi si sono moltiplicati “gli alterchi tra colleghi che non vogliono essere incolpati di errori che potrebbero metterli in cattiva luce verso quei superiori che dovranno anche dare un giudizio sulla loro indispensabilità in un nuovo organigramma aziendale qualora le cose dovessero mettersi male. Lo stesso avviene tra i dirigenti della linea e delle staff abituati a lavorare in armonia nel passato che ora si incolpano a vicenda per le responsabilità e magari di comunicare verso l’esterno non chiarendo le motivazioni per il cattivo andamento del business”.
Le conseguenze non sono da sottovalutare. Per l’Ilo, organizzazione internazionale per il lavoro delle Nazioni Unite, gli impatti negativi dello stress sono molteplici e vanno da problemi di salute di natura gastrointestinale, cardiologici, problemi psicosomatici e psico-sociali. Tutto questo, oltre a peggiorare le condizioni di vita di un uomo o di una donna, peggiora anche le performance di produttività e causa un maggior numero di incidenti.