Lo spazio degli immigrati nelle micro aziende italiane è in crescita sia a causa della necessità, per i lavoratori starnieri, di un contratto per restare in Italia, sia delle esigenze dei piccoli imprenditori italiani.
Secondo un sondaggio realizzato dalla Fondazione Leone Moressa all’inizio di luglio, nel primo semestre del 2011, l’occupazione straniera nelle aziende con meno di 20 dipendenti è aumentata del 2,4% rispetto al semestre precedente e si prevede un ulteriore incremento nell’ultima parte di quest’anno.
La tendenza in esame è ancor più significativa se si tiene conto che in queste stesse aziende il calo complessivo dei lavoratori è stato dello 0,8% nel medesimo periodo. L’edilizia è stato il settore che ha determinato l’incremento maggiore.
Il 74% di questi lavoratori immigrati ha un contratto a tempo indeterminato, mentre per il futuro la tendenza espressa dagli imprenditori intervistati e quella di fare maggior ricorso a contratti a termine.
La concentrazione d’immigrati nelle piccolissime imprese si ritiene sia dovuta al fatto che i lavoratori italiani preferiscono le imprese medio-grandi dove hanno più stabilità mentre le microimprese danno più facilmente contratti a tempo indeterminato, in quanto non soggette all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Per il 54,8% gli stranieri ricoprono mansioni non qualificate mentre per il 16% occupano posizioni semi-qualificate e per il 26,3% sono operai specializzati.
Il 48,3% degli imprenditori intervistati ha dichiarato di assumere stranieri per le difficoltà a trovare italiani, soprattutto perché gli stranieri sono disposti ad accettare mansioni meno qualificate.