La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssenkrupp.
L’amministratore delegato dell’azienda, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione. Gli altri cinque dirigenti del processo per il rogo alla Thyssenkrupp sono stati condannati dalla Corte di Assise di Torino per cooperazione in omicidio colposo. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri; a dieci anni e dieci mesi di reclusione è stato condannato Daniele Moroni.
L’azienda è stata condannata a un milione di euro di sanzione pecuniaria, l’esclusione da contributi e sovvenzioni pubbliche per sei mesi, il divieto di farsi pubblicità per sei mesi.
Ulteriori risarcimenti per svariati milioni di euro sono stati riconosciuti alle parti civili.
I parenti delle vittime del rogo della Thyssenkrupp si stringono in abbracci, qualcuno piange, qualcuno applaude, qualcun altro resta immobile, quasi impassibile ad ascoltare il lunghissimo dispositivo. Nessuno gioisce.
Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo della Thyssemnkrupp, ora deputato del Pd, commenta: “Dedico questa sentenza a tutti i morti di quella notte a chi ha perso la vita sul posto di lavoro e a mia madre che è scomparsa da poco”. “E’ stata fatta giustizia – aggiunge – anche se, fino alla lettura della sentenza, avevamo paura che succedesse qualcosa di diverso”. “E’ un risarcimento morale importante e dovuto a tutti i familiari – conclude – Era un’esigenza che avevamo tutti e non é una forma di vendetta. Chi ha sbagliato, ha pagato”.
Per la Thyssenkrupp, la condanna di Herald Espenhahn Nhahn per “omicidio con dolo eventuale” è “incomprensibile e in spiegabile”. Lo si legge in un comunicato diffuso dall’azienda dopo la sentenza. Per l’avvocato Cesare Zaccone, uno dei difensori della Thyssenkrupp, “Vedere cose di questo tipo è sconsolante. Faremo appello ma non credo che otterremo molto di più'”.