Nella top ten delle professioni del futuro ci saranno giardinieri, cuochi, muratori, badanti, infermieri, vigilantes, in altre parole i servizi per la famiglia, per la casa e per il tempo libero.
Non rientrano in classifica le professioni comunemente ritenute più nobili, come l’ingegnere, l’avvocato e il medico. Questa tendenza si spiega con il trend d’invecchiamento della popolazione che richiederà una forza lavoro sempre più dedicata alla cura della persona.
La base di partenza di queste previsioni è un’importante indagine dell’U.S. Bureau of Labor Statistics, rielaborata dal Georgetown University Center on Education and the Workplace, per il periodo che arriva fino al 2018.
Queste proiezioni sono valide per gli USA ma è difficile non vedervi prefigurato anche il futuro degli altri paesi occidentali.
Ma sono questi i mestieri per i quali stanno studiando le nuove generazioni? Come status e come trattamento economico rischiano di essere al di sotto delle aspettative, ma per quanto possano sembrare sotto-qualificate, le professioni del futuro richiederanno, tuttavia, studi universitari.
E’ questa la seconda sorpresa che emerge dallo studio. Le imprese, infatti, per selezionare personale, alzeranno sempre più i requisiti d’ingresso e la qualifica universitaria diventerà sempre più richiesta.
La spiegazione è fornita dai responsabili dei dipartimenti delle Risorse Umane: Per gli uffici delle risorse umane, chiedere titoli di studio superiori semplifica la selezione, eliminando automaticamente una parte dei candidati. Inoltre la laurea dà un’infarinatura di cultura generale che sarà obbligatoria anche nei lavori più umili.A pensarci bene, però, la sorpresa é solo parziale. In Italia, già oggi, gran parte dei lavoratori dei call center sono laureati e molti degli immigrati che accudiscono agli anziani (badanti) hanno un elevato titolo di studio (spesso non riconosciuto in Italia) conseguito nel loro paese di origine.