La realtà dei giovani che escono in questi anni dalle scuole medie superiori è molto complessa e articolata. Il consorzio interuniversitario AlmaLaurea, nell’indagine realizzata insieme all’organizzazione AlmaDiploma, descrive la condizione occupazionale e formativa dei giovani diplomati.
Dai dati relativi ai diplomati del 2009, si registra un leggero calo, rispetto agli anni scorsi, della proporzione di chi sceglie l’università. A un anno dal diploma, sei su dieci si sono iscritti all’università, il 23,6 per cento lavora e l’undici per cento cerca un impiego ma non lo trova. Il 5 per cento ha smesso di studiare e neppure cerca più lavoro.
Il settanta per cento di quelli che sono stati al liceo, a un anno dal diploma, si impegnano solo negli studi universitari. Un altro 22 per cento è uno studente-lavoratore. Vanno all’università il 51,6 per cento dei diplomati degli istituti tecnici e il 21,4 per cento degli istituti professionali. Hanno trovato impiego il 53 per cento dei giovani usciti dagli istituti professionali, il 28 per cento dai tecnici e solo il 4 per cento dei liceali. I ragazzi degli istituti professionali sono quelli che più di altri stanno soffrendo la disoccupazione.
Ma come stanno andando all’università i giovani che l’hanno scelta? Nel primo anno, in media, ciascuno è riuscito mettere insieme 38 crediti formativi. Per essere nei tempi ne servono 60. Già alla fine del primo anno, quasi uno su sei ha deciso di abbandonare l’università o ha cambiato corso.
Di quelli che sono entrati in azienda, un terzo ha un contratto di apprendistato, un altro 40 per cento ha un contratto atipico mentre solo il 23 per cento è riuscito a un posto a tempo indeterminato. Al di là della tipologia contrattuale, la media della loro retribuzione netta è di 970 euro al mese