In Italia esistono oltre otto milioni e mezzo di partite IVA di cui quasi quattro milioni si riferiscono ad artigiani e professionisti non regolamentati.
Le partite IVA rappresentano, peraltro, buona parte della forza lavoro richiesta sul mercato poiché le aziende, alle prese con budget sempre più ridotti, hanno individuato nelle partite IVA la formula giusta per alleggerire il prelievo fiscale.
Anche tra quanti cercano lavoro è in aumento il numero dei candidati convinti di guadagnare di più se non hanno un legame di lavoro dipendente.
I cambiamenti sociali nel mercato del lavoro hanno determinato un diverso approccio anche da parte delle agenzie di selezione, come Adecco e Manpower, che con sempre maggiore frequenza mettono in risalto annunci indirizzati alle partite IVA.
Se nel settore dei servizi la formula del lavoratore autonomo sembra quella più adatta a venire incontro alle mutate esigenze di aziende e collaboratori, in un mercato in profonda trasformazione e che spesso mal si concilia con contratti di dipendenza a tempo indeterminato, colpisce il fatto che anche nell’artigianato sia in crescita la richiesta di lavoratori autonomi. Anche per falegnami e idraulici, oltre all’esperienza, è sempre più richiesta la partita IVA. Lo stesso dicasi per le professioni sanitarie nelle cliniche private, a proposito di infermieri, fisioterapisti e tecnici di radiologia.