Il sessanta per cento degli impiegati del mondo dei servizi non ritiene sia necessario essere presenti in ufficio per essere più produttivi.
Questo è quanto emerge dall’indagine realizzata da Cisco, operatore mondiale attivo nel settore delle soluzioni di rete, che ha coinvolto 2.600 lavoratori e professionisti dell’IT di Italia, Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Messico, Brasile, Russia, India, Cina, Giappone e Australia.
A pensarla così sono soprattutto gli indiani che per il 93 per cento ritengono che la presenza non incida sul livello di produttività. Tra gli italiani il 53 per cento pensa che sia necessario essere presenti in ufficio per prendere decisioni, perché nulla sostituisce l’interazione tra le persone. Con noi mostrano un particolare attaccamento all’ufficio e alle relazioni concrete, anche giapponesi e tedeschi.
Convinti che sia possibile riuscire a portare avanti il lavoro, anche con maggiore produttività, senza andare ogni giorno in ufficio, il 66 per cento è disposto a rinunciare al 10 per cento della retribuzione pur di avere la chance di lavorare con maggiore autonomia. In Italia la percentuale sale al 68 per cento.
Circa quattro lavoratori su dieci ritengono che l’accesso remoto sia un diritto, e tra quelli che hanno accesso alle reti aziendali circa la metà ammette di lavorare tra due o tre ore in più, mentre il venticinque per cento lavora almeno quattro ore in più al giorno e un altro dieci per cento, ammette di essere sempre online e che lavora per “tutto il tempo che è sveglio”.
Circa un quarto dei lavoratori è consapevole che qualche volta è importante ritrovarsi in un ufficio soprattutto per partecipare a riunioni ma non ritiene sia necessario recarsi in ufficio per le mansioni quotidiane e di routine.