I mediatori culturali sono professionisti dell’integrazione, il cui compito è di fare da tramite fra soggetti appartenenti a culture diverse. Operano, prevalentemente, negli enti e nelle organizzazioni impegnate nel sociale.
La figura del mediatore culturale si sta diffondendo anche in Italia, svolgendo l’importante funzione di limitare i disagi dell’insufficiente integrazione tra culture diverse. Non vanno confusi con gli interpreti, anche se la padronanza delle lingue straniere è indispensabile, a distinguerli è il bagaglio di conoscenze culturali e sociali di cui sono in possesso e che utilizzano.
In passato i mediatori culturali erano figure professionali richieste soprattutto dalle pubbliche amministrazioni e svolgevano una funzione di supporto all’immigrato quando si rivolgeva ai tribunali, agli ospedali, agli istituti scolastici o altri pubblici servizi. Nel tempo hanno acquisito una funzione più articolata, diventando capaci di gestire rapporti professionali e trattative private.
Adesso, i mediatori culturali agiscono soprattutto nelle scuole pubbliche, in stretta collaborazione con gli insegnanti, per favorire l’inserimento degli studenti stranieri che sono in costante aumento. Sono particolarmente coinvolti anche nei centri d’accoglienza e nelle carceri.
Per diventare mediatori culturali, le istituzioni pubbliche e le scuole private mettono a disposizione numerosi corsi, spesso finanziati con i contributi europei. Anche molte università hanno istituito corsi di specializzazione, soprattutto presso le facoltà di lingue e scienze politiche.