Secondo uno studio pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Economic Behavior & Organization, chi presta attenzione agli aspetti etici della professione viene penalizzato in termini retributivi.
Un risultato apparentemente contradditorio se si pensa che sempre più aziende prestano attenzione ai temi della correttezza e dell’etica negli affari.
Secondo la ricerca, i professionisti che hanno indicato di prestare attenzione ai valori etici sono quelli che hanno gli stipendi più bassi. La penalizzazione può arrivare fino al 6,5 per cento quando nel proprio curriculum di studi sono presenti corsi e materie che privilegiano questo tipo di tematiche.
In controtendenza i dati per quanto riguarda la componente femminile nel mondo del lavoro. Per le donne, infatti, sembra non esserci alcuna correlazione tra il peso che danno ai comportamenti etici e il livello della loro retribuzione. Al contrario, quando nel loro curriculum ci sono studi specifici sui temi dell’etica, la loro retribuzione arriva a essere addirittura più alta del 5,5 per cento rispetto alla media.
L’etica ha così, di fatto, un effetto livellatore capace di attenuare le disparità retributive tra uomini e donne.
Vale la pena sottolineare che il concetto di etica professionale è di difficile definizione ed è soggetto ad essere diversamente interpretato a seconda dell’attività svolta, del luogo e del momento storico.