I giovani laureati pensano sempre di più al settore pubblico come meta preferita per un lavoro e quasi tutti hanno smesso di aspirare ad un’attività in proprio.
E’ questo il dato emergente dalla dodicesima edizione dell’indagine di AlmaLaurea, consorzio di cui fanno parte una sessantina di atenei italiani. Gli autori della ricerca, per indagare le ambizioni dei laureati, hanno interpellato 190 mila giovani che hanno concluso gli studi universitari entro la fine del 2009.
Tra il 2001 e il 2009, il numero delle lauree conseguite è cresciuto di oltre il settanta per cento, anche perché molti giovani conseguono due titoli, la laurea breve e quella specialistica. Anche la regolarità degli studi è aumentata e i laureati in corso sono quadruplicati.
Nel 2001 si arrivava alla laurea dopo avere compiuto i 27 anni. Ora, quasi uno su cinque ce la fa prima dei 23 anni. In media, i giovani che scelgono la laurea breve ci riescono a 23,9 anni mentre l’età dei laureati di secondo livello e di 25 anni.
Il legame con il mondo imprenditoriale si è fatto più concreto. Più della metà dei giovani usciti dagli atenei hanno fatto stage e tirocini riconosciuti dal corso.
Il 33,9 per cento degli studenti si sono detti molto soddisfatti del percorso universitario e il 68 per cento si iscriverebbe di nuovo alla stesso corso.
Tra il 2001 e oggi, si è accentuata l’intenzione dei giovani di proseguire la formazione anche dopo la laurea. Pensa a continuare gli studi, il 77 per cento dei laureati di primo livello e più del 41 per cento degli “specialistici”, probabilmente anche a causa delle crescenti difficoltà nel trovare lavoro.
Quando pensano a un impiego, i giovani avvertono soprattutto il bisogno di stabilità e sicurezza. Rispetto agli anni scorsi sono di più quelli pronti ad andare all’estero e quelli disposti a cambiare residenza. Sono pochissimi quelli che ambiscono a un’attività in proprio mentre sono cresciuti di numero quelli che guardano al pubblico, nonostante gli abbondanti tagli subiti dal settore degli ultimi anni.